Mauro Gandolfi – Alegoría de la República Cisalpina

, ,

Mauro Gandolfi – Alegoría de la República Cisalpina

Referencia: DIT 153
Título de la Obra: Alegoría de la República CIsalpina
Autor: Mauro Gandolfi
Técnica/soporte: Pluma sobre papel
Medidas: 19,5 x 17,6 cm
Tipo de papel: verjurado, puntizones horizontales a 27 mm
Filig./Datos: Anotaciones a lápiz y documento anexo en donde se testimonia que se hizo en París durante el gobierno de Napoleón Bonaparte.
Época: 1800
Biografia:

Figlio di Gaetano, nato a Bologna nel 1764, Mauro dimostrò presto un’indole vivace e ribelle. A soli sedici anni lasciò la famiglia e partì per la Francia, risiedette a Strasburgo e Arras e decise di arruolarsi nel reggimento reale corso. Dopo cinque anni ritornò a Bologna e iniziò a frequentare l’Accademia Clementina, raffinando le tecniche artistiche che il padre, sin dall’infanzia, gli aveva insegnato. Riportò numerosi premi e fu nominato professore di Figura dal 1794 al 1797. Nel frattempo collaborava col padre (i due laterali con storie di S. Domenico che affiancano la pala di Gaetano in S. Domenico a Ferrara) ed era attivo in modo autonomo come pittore, disegnatore, miniaturista ed incisore. Aperto alle novità di Francia, coltivò la passione per altre discipline come la musica, la mineralogia e la botanica. Attivo in politica partecipò al primo Congresso Cispadano indetto da Napoleone (1796), ricoprì varie cariche pubbliche a Bologna, fu tra i promotori del primo progetto per un cimitero comunale posto fuori dalla cerchia delle mura cittadine e allestì la “festa della riconoscenza” nel 1798. Come pittore «repubblicano» fu incaricato di dipingere la volta di una sala del Palazzo Comunale, ancora esistente anche se modificata dopo la Restaurazione, con la Glorificazione della Repubblica Cispadana. Nel 1801 partì nuovamente per la Francia, per aggiornarsi nelle nuove tecniche incisorie e si mise in luce come traduttore di opere d’arte e come restauratore. Alla fine del soggiorno francese, durato 5 anni, Mauro sembra tornato definitivamente a Bologna , ma il suo desiderio di viaggiare lo porterà ancora a Milano e negli Stati Uniti d’America (1816); da quest’ultima esperienza trarrà una gustosa cronaca in forma di diario che, come altri suoi scritti, ne mette in luce le non comuni capacità di memorialista. L’ultima parte della sua attività, peraltro ancora da ricostruire, lo vede attivo soprattutto come incisore-traduttore di famosi dipinti, secondo un uso comune del tempo quando non esistevano altri mezzi di riproduzione che permettessero la divulgazione delle opere d’arte. Muore a Bologna il 4 gennaio 1834 ed è sepolto alla Certosa accanto al padre.

Estado de conservación: Bueno
Procedencia: Colección particular Boloñesa (Ridolfi) sello en reverso
Scroll al inicio